Palermo o Bari: chi è la più forte del reame?

Due club blasonati che sono ripartiti dalle ceneri

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Che brutta fine è toccata prima al Bari e poi al Palermo. Gloriosi club calcistici rappresentanti la nona e la quinta città d’Italia miseramente sprofondati, tra la disperazione delle rispettive tifoserie, dal professionismo all’inferno della quarta serie. Destini beffardi. Figli in entrambi i casi di gestioni dissennate fin troppo protratte nel tempo. Come gocce cinesi capaci di minare financo la fiducia e la serenità del più paziente dei tifosi.

La formazione del Bari nel campionato di serie D, stagione 2018/2019

USATO SICURO

E fu così che, seguendo strade diverse, fu progettata la scalata dei galletti biancorossi e delle aquile rosanero. All’insegna dell’usato sicuro, puntarono i primi, laddove tra 11 cordate in corsa il sindaco di Bari finì per preferire il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis. Toccando invece le corde emozionali più profonde i secondi, allorchè il primo cittadino del capoluogo siciliano, tra i papabili finì per puntare tutto sull’accoppiata di imprenditori locali Mirri-Di Piazza. Organici da categoria superiore. Due “portaerei” pronte a spazzare via qualsivoglia avversario. Tali da suscitare tra gli appassionati e gli addetti ai lavori il più classico dei dilemmi: “Qualora avessero condiviso il medesimo torneo di D, quale delle due compagini avrebbe finito per primeggiare”?

Difficile stabilirlo. Anche se a questa sorta di giochino non si sono sottratti illustri conoscitori del mondo del pallone. Come Giorgio Perinetti, doppio ex, che ai microfoni della Zanzarosa dichiaró: “Appena sbarcato in D, il Bari era considerato come uno spauracchio. Un club che faceva paura, avendo in pratica mantenuto l’intelaiatura della squadra che l’anno precedente si era esibita nel torneo cadetto. Uomini d’esperienza come Di Cesare, Floriano, Simeri, Bolzoni, Bollino, poterono contare sull’estro di Franco Brienza che, inutile dirlo, per la categoria è stato un autentico crack.

MIX D’ESPERIENZA E GIOVENTÙ

Il Palermo di contro, è un vero caso di araba fenice, in quanto rinato ex novo dalle sue ceneri. Il lavoro svolto in poco tempo dalla società è stato encomiabile. Con Sagramola e Castagnetti abilissimi nel creare un mix di esperienza e gioventù micidiale. Diciamo che, rispetto ai biancorossi, i rosanero, pur potendo contare su un organico apparentemente meno forte sono di contro maggiormente tarati per la categoria”.

MARZIANI

Sta di fatto che, ultimamente, la presenza dei succitati colossi, ha mortificato le velleità e i sogni di gloria di molti dei club che da tempo stazionano a quelle latitudini. E se fu così per la forte Turris lo scorso anno, con i corallini unici avversari capaci di impensierire il Bari, sembra che il leit motiv non cambierà quest’anno neanche per l’Acireale &Co., alle prese con i marziani in maglia rosanero.

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ORGOGLIOSO titolare, dal 2008 al 2016, dell'impresa di pulizie Agm Pulindo, appassionato del gioco del calcio, di cinema nonché divoratore di libri, inizia la sua carriera nel mondo della carta stampata nel 2003, curando la rubrica "Siamo tutti allenatori" per conto del mensile "La Notizia Sportiva". Nel 2008, l'iscrizione all'Ordine dei giornalisti coincise con l'inizio della collaborazione con il Giornale di Sicilia, quotidiano per il quale ha seguito per tante stagioni le sorti della Primavera del Palermo. Dopo avere collaborato per un periodo a Siciliainformazioni.com, la passione per il mondo dei vivai calcistici della sua città lo ha portato a scrivere per conto del "Quarto Tempo", apprezzato format diretto dall'amico Enzo Bonsangue, con il quale, nel 2014, ha curato la trasmissione televisiva "Quartarete" prodotta da Stadionews. Il sodalizio tra i due giornalisti è continuato fino alla conduzione, da sette anni, del format radiofonico "La Zanzarosa" dedicato al Palermo calcio. Oggi divide il suo tempo tra famiglia, lavoro e giornalismo, suo grande amore. Il suo motto? "Seguite la vostra vocazione ma fatelo in luoghi puliti".