Quando si vede Malaury Martin in campo, spesso viene da chiedersi come mai giochi in serie D. Certo, per il Palermo poterlo avere in organico è stato un colpo di fortuna, ma obiettivamente si deve dire che è solo per un’anomalia calcistica che un centrocampista di 31 anni con questi piedi giochi in un torneo dilettantistico.
PERCHÉ GIOCA A PALERMO?
Martin quando accenna all’andamento della sua carriera, non esaltante, attribuisce le colpe a suggerimenti sbagliati di procuratori poco lungimiranti, che lo hanno frenato, soprattutto quando era nel Middlesbrough, quando sembrava promettere bene. Questo calciatore, partendo dalle giovanili del Monaco, ha girato mezza Europa, giocando in Francia, Inghilterra e Svizzera. Prima di venire a Palermo, giocava in Scozia, con gli Hearts, ma non ha trovato un ambiente a lui congeniale. Lo spiega in una intervista concessa alla Gazzetta dello Sport: «Ho capito che non facevo più parte dei loro piani. Dovevo andare via e non ho guardato la categoria di destinazione. Mi serviva un progetto che mi si adattasse sulla pelle e mi sono buttato in questa avventura della squadra rosanero».
ENTUSIASTA DELLA SUA SCELTA
E i fatti gli stanno confermando che non ha sbagliato. «Quando giochi una partita come quella di domenica davanti a quasi 20 mila spettatori – ha aggiunto Martin nella sua intervista – ti senti giocatore vero e io avevo bisogno di questo. La società, il tecnico le ambizioni mi hanno entusiasmato. Arrivato a questo punto della mia carriera avevo bisogno di stimoli nuovi e forti, e li sto trovando qui». E poi continuando ha aggiunto: «Avevo sempre sognato di giocare in Italia. C’ero andato vicino la scorsa stagione con il Livorno e quando mi è capitata questa occasione non me la sono lasciato scappare. Perché il Palermo è il Palermo. Per me era importante soltanto conoscere il tecnico e i dirigenti, c’è stato subito feeling e non l’ho vissuta come una vergogna».
FINALMENTE POSSO FARE IL REGISTA
Per quanto riguarda l’ottimo rendimento di questo scorcio di campionato, Martin lo ha spiegato così: «É la prima volta che posso fare il regista, ed è per questo che si comincia a vedere il vero Martin. E occorre considerare che ancora non sono al cento per cento. Io l’ho sempre detto agli allenatori precedenti che il mio ruolo era quello, ma mi hanno sempre schierato come trequartista. Questo perché in Europa il regista è un ruolo inesistente, è solo italiano, e io mi sento di dare il massimo giocando in questa posizione. E poi contano anche i giocatori che sono passati da qui, che sono tra i più importanti. Io seguivo la squadra da lontano, anche perché la maglia rosanero mi ha sempre affascinato».