Palermo, equilibrio trovato o da cercare in mezzo al campo?

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“In medio stat virtus” è una locuzione latina che si traduce in “la virtù sta nel mezzo”. Detto in altre parole ricercare gli estremi è un rischio che spesso non paga. Alla regola non sfugge nemmeno il gioco del calcio. Quando undici giocatori entrano nel rettangolo verde il “medio” latino si traduce in “equilibrio” di squadra. Ciò che ogni allenatore deve sempre evitare è che si generi la classica “coperta corta”, che consente agli avversari di trovare spazi ed agire in contropiede. Allo stesso tempo, però, la squadra deve essere produttiva in fase offensiva, perché la prima regola per vincere è fare gol. Tutto ciò compatibilmente alle caratteristiche dei giocatori che si hanno all’interno della rosa. Per questo, in modo particolare in categorie non di blasone, si tende a badare più “al sodo”, conferendo maggiore sostanza a un “medio” fondamentale nel calcio, il centro del campo.

Persino il più offensivista degli allenatori per eccellenza, il maestro Zeman, la cui filosofia era di fare un gol in più dell’avversario, giocava con 3 elementi in mezzo al campo, consapevole che la fase offensiva, per essere incisiva, andava supportata dalla mediana. Ciò che non accade a Palermo, a prescindere dalle dichiarazioni del mister di giocare in un modo rispetto ad un altro. Nei fatti, sia che applichi il 4-4-2 che il 4-2-3-1, la zona nevralgica del campo è comunque occupata da solo 2 elementi. Ciò ha mandato in sofferenza la squadra soprattutto contro determinati avversari (vedasi, senza citare le prime partite di assestamento, Turris, Viterbese e Foggia). Inoltre, le caratteristiche offensive degli esterni, che li si definisca centrocampisti o attaccanti, non consentono un’adeguata copertura. L’ultima partita, disputata contro una Casertana comunque incerottata, non è sufficiente per dire di avere trovato un definitivo equilibrio tattico. Difficoltà differenti, sulla carta, si incontreranno nel prossimo match.

CONTRO LA VIBONESE LA “PROVA DEL NOVE”

Di certo il mister sa ciò che fa, e conosce meglio di tutti il gruppo squadra. La partita contro la Vibonese sarà la prova del nove, e non solamente in senso letterale, dal momento che Boscaglia dovrà scegliere tra Lucca e Saraniti, con l’opzione di farli giocare entrambi. Affrontare la squadra calabrese, appena sotto al Palermo di un punto e reduce dal pareggio a reti bianche contro il Bari secondo in classifica, sarà un test importante per capire se i rosanero avranno finalmente acquisito l’equilibrio che serve per ambire ad un piazzamento in zona playoff a fine stagione. Se proseguendo con questa impostazione di gioco il Palermo troverà il giusto assetto, l’allenatore avrà avuto ragione delle sue scelte e ne saremmo tutti contenti.