Rosario Pergolizzi si è reso protagonista della consueta conferenza stampa che precede l’impegno di campionato del Palermo Calcio. Questa volta, i rosanero faranno visita al Nola sul campo dello Stadio Sporting Club nella gara valevole per il nono turno del Girone I della Serie D. I siciliani volano in classifica: le otto vittorie consecutive hanno permesso alla società di Mirri e Di Piazza di scavare un solco di otto punti tra loro e le seconde. Ma attenzione a non sottovalutare i prossimi avversari. Ecco le parole del tecnico palermitano alla vigilia della delicata trasferta.
PERGOLIZZI, LA CONFERENZA STAMPA
Ecco la conferenza stampa del tecnico del Palermo Calcio. Il mister tocca tutti i punti in vista della prossima partita di campionato:
La squadra ti ha dato tutto, il bilancio è quello che sappiamo. Però c’è bisogno sempre di motivazioni: cosa dirai a questa squadra in vista della trasferta di Nola?
“Certo, lunedì e martedì sono giorni di scarico mentale, credo che per una squadra sia fondamentale. Ma da mercoledì si ricomincia a pensare alla squadra, all’avversario. La mentalità deve sempre quella vincente, cercare sempre il massimo nei momenti difficili perché nessuno nega che esistano anche delle difficoltà. Ma la cosa importante resta la mentalità e la fortuna di una allenatore è pensare che si ha un gruppo che capisce l’importanza dell’obiettivo. È normale che dopo otto vittorie ci possa essere quel calo fisiologico e mentale ed allora devi inventarti qualcosa che ricarichi le batterie. Un allenatore deve valutare settimanalmente la condizione di ogni singolo calciatore, deve stimolarlo ma poi deve anche fare scelte in base a ciò che vede…”
Oggi sono tutte “rose e fiori” però una soddisfazione ve la siete tolta: all’inizio c’era, sì, entusiasmo per il nuovo Palermo però c’era anche chi voleva un attaccante, un terzino e c’era anche chi giudicava Pergolizzi. Eravate tutti sotto esame. Questo campionato l’avete vinto…
“Non abbiamo vinto niente. Sono tutti negli angoli, pronti ad uscire per criticare. Però una cosa è sicura: otto vittorie consecutive non sono semplici da fare, per come siamo partiti, per il tempo e per tutto, quindi questo non ce lo toglie proprio nessuno. Di contro, sappiamo che le difficoltà sono sempre dietro l’angolo, partita dopo partita usciranno sempre delle complicazioni. Ho sempre detto che dobbiamo stare con i piedi per terra vivendo alla giornata pensando che non sarà una sconfitta a cambiare il nostro obiettivo e non saranno le vittorie che ci daranno la serenità per dire che abbiamo vinto il campionato. Dobbiamo trovare un equilibrio prendendo le cose buone e le meno buone, cercando di migliorare i difetti”.
CONTINUA LA CONFERENZA DEL MISTER
Può essere il tridente la strada giusta verso la vittoria? Le punte ti stanno dando grandi soddisfazioni sia in casa che in trasferta…
“Assolutamente sì, ho visto anche la mentalità di voler rincorrere l’avversario per difendere. Ho sempre sostenuto che se vuoi giocare con tre attaccanti, gli interpreti offensivi devono avere qualcosa in più, una propensione al sacrificio. Senza coraggio e sacrificio non si va da nessuna parte e se loro mettono questo sacrificio nel tornare in difesa diventando i primi baluardi, ben venga. I risultati dicono che facciamo goal ma dobbiamo migliorare in altro. È normale che partita dopo partita qualcosa sotto l’aspetto tattico deve cambiare”.
Le reazioni di calciatori come Santana che scala ad aiutare i terzini o di Ricciardo che aiuta la difesa sulle palle inattive, sono queste le reazioni che ti entusiasmano?
“Assolutamente sì, nel calcio moderno non puoi permetterti di regalare nemmeno un uomo all’avversario. Il fatto che la mentalità sia quella di voler tornare a difendere mettendosi al servizio della squadra sia in fase realizzativa che in quella difensiva, è un fattore che per ogni allenatore è positivo. È importante perché si lancia un segnale ai propri compagni di squadra, creando uno spirito. Noi dobbiamo migliorarci mettendoci al servizio del proprio compagno di squadra. La fase difensiva è fondamentale e dobbiamo migliorarla: dobbiamo allestirla con undici calciatori”.
Cosa c’è da migliorare?
“L’ho detto anche domenica scorsa, in certi momenti vogliamo sempre andare avanti, vogliamo sempre attaccare. Facendo così, ogni tanto, scopriamo qualche zona di campo, invece io credo che in certi momenti della partita bisogna capire le difficoltà, l’avversario e se c’è la necessità dobbiamo stare sotto, aspettarli, invece di continuare ad offendere. Prima che inizi l’azione, già siamo proiettati per l’attacco. Invece no: dobbiamo capire i posizionamenti ed i movimenti dei compagni di squadra sennò si prendono le ripartenze ed è fondamentale non prenderle”.
PERGOLIZZI: “CONTRO DI NOI, GLI AVVERSARI DANNO SEMPRE TUTTO”
Il Nola aveva iniziato bene in campionato ma adesso sembra in difficoltà. Che tipo di squadra si aspetta?
“Ho visto qualche immagine: è un gruppo giovane, un gruppo di ragazzi che corrono, cambiano spesso modulo ed è una squadra che gioca a pallone. Sono allenati bene ed il campetto mi sembra buono per giocare tranquillamente, quindi noi sappiamo di andare a trovare una squadra che ci vorrà impedire di fare la nona vittoria consecutiva. Metteranno motivazioni, saranno sospinti dal pubblico perché lo stadio sarà pieno quindi sarà difficile. Quello che vedevo l’altra volta del Licata, a fine partita vedete quanti calciatori ospiti sono seduti a terra a fine partita: quello ti fa capire come la motivazione contro di noi sia sempre alta. È il segno che hai dato tutto e tutte le squadre che giocano contro il Palermo danno sempre tutto fino all’ultima goccia. Il Nola farà la stessa cosa come tutte le altre squadre, noi dobbiamo sempre migliorare sui particolari perché le insidie aumentano partita dopo partita”.
Manca solo Accardi per la partita di domani?
“Accardi mancherà, sì. Insieme a lui non ho convocato Corsino, Marong, Rizzo Pinna, Ferrante, Corallo e Mendola. Gli altri sono tutti convocati: c’è qualcuno che sta meglio, qualcuno che non sta benissimo ma cercheremo di recuperarli. Chi non ce la fa, sarà sostituito da qualcuno che sarà all’altezza o, magari, è meglio di chi sta giocando. Perché ho un gruppo bello compatto che sa quello che vuole. Sono tutti sul pezzo…”
Chi è che non sta benissimo?
“Non posso dirlo. Lancini e Martinelli? Il primo ieri è uscito per una botta al ginocchio che non ha rimediato ieri ma domenica. Si è allenato tutta la settimana ma a cinque minuti dalla fine, usciva: l’ha fatto mercoledì e ha stretto i denti giovedì e ieri, quindi sapevamo avesse qualcosa ma la tenevamo sotto controllo. Oggi si è allenato quindi il calciatore sta bene, abbiamo valutato il problema in modo più ampio. Il secondo è nì, Evitiamo di sovraccaricare ma dobbiamo capire se farlo allenare per averlo al 100% oppure se gli serve un turno di riposo. Doda, da ciò che mi è sembrato di vedere oggi, è recuperato”.
Che problema ha avuto Doda?
“Aveva un risentimento dietro la coscia. Domenica ha giocato, lunedì ha fatto scarico ma dopo il riposo, mercoledì è tornato e ha sentito questo fastidio. L’ho detto anche in passato: abbiamo dei fisioterapisti presenti e questa è una forza per la società. Recuperare velocemente qualche giocatore è importante e questo è anche merito dello staff sanitario”.
Influisce sul lavoro quotidiano il sintetico?
“Questo è un campionato strano, domenica giochiamo in un campo in erba che è esattamente come il nostro della ‘Favorita’. Mi piacerebbe allenarmi sull’erba ma poi capita che giochiamo anche sul sintetico e ti direi che voglio anche giocare in quei campi. Ma questi cambiamenti di campo possono dare qualche fastidio, è una questione fisiologica. È una questione d’abitudine: qualcuno ne risente di più, altri meno. Non nascondiamoci dietro questa situazione ma è innegabile che qualche risentimento te lo possa portare. Io ho visto le immagini; mi sembra un campo normalissimo, dove si può giocare. A Biancavilla chiesi le distanze ma era un fattore personale. A me non interessa: io vado a giocare su ogni campo. Io rispetto tutti e sappiamo che ogni squadra che affronteremo avrà propositi di far bene. Un allenatore deve guardare anche i particolari…”