Pino Caramanno da Piana degli Albanesi, alle soglie degli 80 anni, lo dichiarò in tempi non sospetti. Lui, che guidò il Palermo reduce dalla radiazione e da un anno senza calcio, ha dato la sua personale dritta al collega Pergolizzi. “La serie D la vinci come vinsi io la mia C2 nel lontano 1987: con il cuore”. 32 anni sono trascorsi da allora, praticamente una vita. Nel frattempo la società ha cambiato volto e con essa il calcio. Dal romanticismo delle orecchie attaccate alle radioline si è passati agli occhi puntati su pc, smartphone e tablet, per una pay tv sempre più 2.0. Dal 90° minuto del composto Paolo Valenti, alle curve mozzafiato delle brave e ammiccanti Ilaria e Diletta.
UN CALCIO D’ANTAN
Graduale ma inesorabile, la trasformazione, almeno in Italia ha svuotato stadi e riempito case. E, tecnicamente parlando, sempre più di rado fino a sparire del tutto sono state le imprese sportive in ottica scudetto. Immaginare oggi, un Verona o una Sampdoria conquistare il tricolore può al massimo strappare sorrisi, così come a fatica si dà credito persino a Roma o Napoli. La storia del Palermo, intanto, si è arricchita, sia di capitoli luminosi come il sole che di altri tenebrosi come la notte. E fu così che, come un boomerang lanciato dalla quarta serie, a distanza di sei lustri e due anni i rosanero vi fecero ritorno. Già la quarta serie, quella che, ai tempi in cui il Milan di Gullit e Van Basten soffiava lo scudetto al Napoli di Maradona, si chiamava C2. Ai nastri di partenza squadre rappresentanti comuni di grosso calibro ma soprattutto di una certa tradizione.
IN QUEGLI ANNI QUARTA SERIE TOSTA
Una C2 tosta quella affrontata dal club caro al Presidente Salvino Lagumina, per valori molto vicina al professionismo della C1. Un campionato dominato dal Palermo del prolifico trio d’attacco composto da D’Este, Casale e Nuccio. Ma, senza dubbio, più equilibrato rispetto a quello che oggi sono chiamati ad affrontare Ricciardo, Santana e Felici, loro colleghi di reparto. A testimoniarlo i nudi numeri. 2 i filotti di “appena” quattro vittorie consecutive ottenuti in due distinte fasi del torneo dal vecchio Palermo, a fronte delle nove consecutive conquistate dal nuovo. Ancora più clamoroso e sintomatico il dato delle vittorie esterne. Si pensi infatti che in totale Manicone&C. ne ottennero cinque. Tante quante ne ha già conquistate dopo nove giornate il club del Presidente Mirri.