Ai play off l’avversario più insidioso del Palermo è…il Palermo

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Con la vittoria sul campo della Virtus Francavilla, la settima esterna del campionato, il Palermo ha centrato il settimo posto in classifica, che garantisce la possibilità di giocare il primo turno degli spareggi promozione in casa, con partita secca e due risultati a disposizione per andare avanti nel lungo e complicato percorso che porterà una tra le ventotto partecipanti alle varie fasi in Serie B, insieme alle già promosse Como, Perugia e Ternana, vincitrici dei tre gironi di C.

Francamente, il settimo posto sembra il massimo che la squadra rosanero potesse raggiungere, non tanto per la qualità dei giocatori o della squadra, ma per l’andamento di un torneo contraddittorio, sfortunato per l’arrivo del covid e che ha presentato il conto degli errori della società nei modi e nei tempi di allestimento dell’organico. E, alla luce dei fatti, nella scelta dell’allenatore. Roberto Boscaglia, tecnico esperto e apprezzato, con due promozioni dalla C alla B alle spalle, con Trapani e Virtus Entella, a Palermo ha fallito, nei risultati e nella gestione del gruppo. Ha sbagliato probabilmente già a inizio stagione, accettando di partire con una rosa incompleta, non adeguata alla sua idea di calcio che, però poi ha insistito a portare avanti a dispetto di ogni evidenza.

CONFRONTO BOSCAGLIA-FILIPPI

I numeri non mentono, anche se pur dicendo molto non dicono tutto. E, allora, eccoli. Boscaglia ha lasciato dopo la 27 giornata con la sconcertante sconfitta di Viterbo, al suo ex vice Filippi, una squadra che galleggiava al limite della zona play off, al nono posto, sentendo però il fiato sul collo delle inseguitrici, la stessa Viterbese e la Turris a un e due punti, con un bilancio di 33 punti in 26 partite, una media di 1,2. Nelle dieci giornate finali, Filippi ha prima consolidato la posizione buona per la qualificazione agli spareggi, centrando in extremis il settimo posto, importante almeno fino a domenica prossima, quando si giocherà la partita col Teramo, al Barbera. Per l’allenatore di Partinico il bottino è stato di 20 punti in dieci partite, una media di 2 punti a gara, con la memorabile impresa della vittoria nel derby del Massimino.

Quello di Filippi è stato un Palermo che ha segnato di più rispetto alla gestione Boscaglia, quasi il doppio: 1,7 reti a partita contro lo 1,03 col tecnico di Gela, anche se ha preso mediamente più gol a partita, 1,3 contro 1,03. Ma, alla prova dei fatti sono stati gol meno “pesanti”, perché la media di vittorie di Filippi è doppia rispetto a quella di Boscaglia: 6 su dieci partite, cioè il 60% contro le 8 di Boscaglia su 27 match, cioè quasi il 31%.

IL PALERMO NON BRILLA, MA HA SAPUTO ESSERE PIÙ CONCRETO

Quella di Filippi, in ogni caso, è sembrata una squadra meno manovriera, meno dedita al possesso palla, alla fin fine sterile e senza sbocchi negli ultimi sedici metri, alla prova dei fatti più efficace, pur senza mai brillare per la qualità del gioco, eccezion fatta per quanto mostrato a Bari, per un’ora; in ogni caso, più razionale nel modo di giocare e di impiegare i giocatori a disposizione.

Il nuovo allenatore ha beneficiato della vena di Lucca, ma nelle ultime cinque, dopo l’infortunio del giovane attaccante di scuola Torino nel clamoroso capitombolo di Monopoli, non ha pagato pegno, perché in quelle gare il Palermo ha segnato 9 gol, con sei giocatori diversi e scoprendo Valente in versione Bomber con 4 gol in 4 partite.
Non soltanto: Filippi ha recuperato e rilanciato giocatori come Santana, eroe del Cibali e autore di due gol (il secondo, incredibile e astuto, a Bari), o Marong, e azzardato la carta di Rauti come punta centrale, con un bilancio in chiaroscuro: la mobilità del ragazzo può aprire spazi ai compagni, ma spesso sguarnisce il centro dell’area. In più, ha avuto il coraggio di rinunciare a un centravanti di ruolo come Saraniti perché poco concentrato, in una fase molto delicata del campionato.

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QUALCOSA NON VA

Tutto bene, dunque? No, perché il Palermo ha mostrato gli stessi limiti caratteriali della gestione Boscaglia. Troppi giocatori che in campo sembravano capitati per caso, troppe rimonte, troppi gol subiti in maniera evitabile, troppi punti persi per strada, partite giocate senza nerbo, anzi quasi non giocate, ogni occasione di svolta sprecata, ogni esame fallito con sconcertante e deprimente regolarità. Anche con Filippi, a Monopoli, per esempio, il Palermo, che poteva raggiungere e superare un paio di squadre in classifica, in sostanza non giocò.

Alla fine, ha ragione Sagramola che nell’ormai famosa intervista con Trm ha detto che i calciatori si facevano influenzare dagli stimoli che le avversarie suscitavano in loro, evidentemente. Ma quei calciatori li ha scelti lui o sono arrivati col suo avallo e, evidentemente, gli allenatori non sono stati bravi a sintonizzare i giocatori con le ambizioni di una società che si era impegnata a disputare il campionato di Serie C soltanto come trampolino di lancio per le categorie superiori.

SQUADRA SFAVORITA DOPO IL PRIMO TURNO

Ad ogni modo, è settimo posto, obiettivo minimo centrato. Il Palermo si presenta agli spareggi come out sider; se supererà l’ostacolo Teramo, affronterà i turni successivi da sfavorita, per pronostico e regolamento. Ha un bilancio, negli scontri diretti, negativo con Avellino, Catanzaro e Juve Stabia, pari con Bari e Foggia e positivo con Catania e Casertana; il regolamento lo sfavorirà, dopo il primo turno, per la posizione inferiore in classifica.

Ma i play off sono una sorta di stagione a parte, ci si gioca il tutto per tutto con gare secche o, nelle fasi successive, con gare di andata e ritorno. La domanda è se i giocatori del Palermo sapranno trovare in sé quegli stimoli che fin qui spesso sono evidentemente mancati? A partire dalla gara di domenica col Teramo, partita senza possibilità di appello. Questa squadra ha dimostrato di potersela giocare con tutte, quando ha voluto, persino con la corazzata Ternana, di poter vincere, ma anche di poter perdere contro tutte. Per questo, al di là del valore e dello stato di forma psicofisica delle rivali, sembra che l’avversaria più ostica di questo Palermo sia innanzitutto…il Palermo.

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Palermo concreto e determinato, il 7° posto è anche merito di Filippi