Saraniti rivitalizzato dalla cura Filippi

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Giacomo Filippi, l’allenatore del Palermo, ha tanti meriti nel cammino che ha portato un gruppo in piena confusione che si consegnava quasi inerte agli avversari, come era il Palermo nelle ultime partite con Boscaglia in panchina, a diventare una squadra con una identità di gioco semplice per quanto molto chiara, con uno spirito indomito e con una concretezza che non si era quasi mai vista col vecchio allenatore, tanto da agguantare in extremis un settimo posto in classifica che sembrava ormai fuori dalla portata dei rosanero e a superare in scioltezza, nel primo turno dei play off quel Teramo che nei due precedenti stagionali aveva vinto in Abruzzo e pareggiato al Barbera senza patire chissà che.

FLOP O TOP?

Ma, soprattutto, Filippi dovrebbe spiegare, nella prossima conferenza stampa magari, come ha trasformato il Saraniti inconsistente, per non dire indolente, di Monopoli nel lottatore gagliardo e altruista visto ieri contro il Teramo, ma che già a Francavilla aveva mostrato le sue vere qualità di giocatore generoso e rifinitore intelligente. Monopoli è stato forse il punto più basso toccato dall’attaccante palermitano in questa stagione, travagliata per la squadra e soprattutto per lui.

Il detto evangelico “Nessuno è profeta in patria” vale per tutti, ma probabilmente per i palermitani che giocano in rosanero anche di più: per chi è nato nella nostra città, quella maglietta rosanero da motivo di orgoglio, da punto di arrivo di un’intera carriera, diventa un peso che blocca le gambe e confonde i pensieri, da sogno realizzato si trasforma in incubo. Saraniti ha pagato, in parte, l’attesa delusa dei tifosi di un bomber da venti gol. Lui non è mai stato attaccante da doppia cifra, tra i professionisti almeno.

4 GOL IN 27 PARTITE

Il suo massimo l’ha toccato quattro stagioni fa con la maglia della Virtus Francavilla, 9 reti. Le sue qualità sono altre e le ha sempre mostrate, facendosi apprezzare con molte delle maglie che ha indossato. Nei suoi confronti, va detto, tanti tifosi hanno espresso il loro scetticismo fin dall’inizio della stagione, e quello scarso apprezzamento si è trasformato in critiche feroci, specialmente dopo Monopoli, con quella prestazione scialba, come del resto quella di tutta la squadra, e quel fallo da cui scaturì il gol del momentaneo pareggio dei pugliesi. A Palermo ha anche pagato l’esplosione di Lorenzo Lucca.

I suoi 4 gol stagionali li ha segnati tutti nel girone di andata, il primo proprio alla Juve Stabia, al Menti, nella prima vittoria esterna dei rosanero, e l’ultimo nel pari interno contro la Viterbese, il 2 dicembre, proprio nel giorno del primo gol del giovane attaccante piemontese. A Foggia, sempre nel girone di andata, l’ultima presenza da titolare, poi soltanto panchine o tribuna o, ancora, spezzoni da subentrato, fino a Avellino dove tornò titolare proprio per l’assenza dello squalificato Lucca. Anche lì, la sua prestazione non lasciò traccia. Forse, il gioco di Boscaglia non lo ha favorito, ma anche con Filippi non ha giocato benissimo le sue carte. Con Lucca infortunato, il tecnico gli ha preferito Rauti, che certamente non è un centravanti, lasciando il palermitano in panchina.

DALL’INQUIETUDINE AI PROBLEMI FISICI

Anzi, dopo Monopoli non lo ha nemmeno convocato proprio perché non lo aveva visto impegnarsi in modo adeguato durante la settimana, in allenamento. E’ difficile, probabilmente, passare da titolare a rincalzo. Perché questo era diventato Saraniti dopo Foggia. E lui si era sfogato con un messaggio sui social: “Tutti vogliono darmi il colpo di grazia, ma io non mollo”, aveva scritto tra l’altro. Chissà a chi era diretto quel messaggio. Il tecnico Boscaglia aveva risposto in conferenza stampa “Chiedete a lui, ma i giocatori dovrebbero fare di più sul campo e parlare meno sui social”.

E in campo, il nervosismo di Saraniti emerse nella gara contro il Catanzaro, al Barbera: appena nove minuti e un’espulsione diretta per un brutto fallo su un avversario, che gli costò due turni di squalifica, contro la sua ex Viterbese e nel derby del Cibali col Catania, ai quali s’aggiunse l’infortunio a un polpaccio che gli fece saltare anche il disastroso confronto del Barbera contro la Juve Stabia. Poi, appunto, soltanto 24 minuti con la Paganese, la panchina con la Casertana, i brutti 34 minuti di Monopoli, la tribuna “punitiva” contro la Vibonese e i 45 minuti complessivi racimolati contro Foggia e Bari, quando Filippi gli preferì Rauti al centro dell’attacco rosanero.

LA SVOLTA DA FRANCAVILLA

Ma l’allenatore vedeva già un atteggiamento diverso, in allenamento e il giocatore gli ha dato ragione, con la prova di Francavilla e quell’assist al bacio per Silipo, nell’azione del 3-1, e soprattutto ieri, col Teramo. Partito di nuovo dalla panchina, è stato chiamato in campo al 10° del primo tempo, dopo l’infortunio di Rauti, falciato da un altro palermitano, quel Santoro che nel primo tempo ha fatto ammattire il centrocampo dei rosanero. E Saraniti ha regalato una delle sue migliori prestazioni stagionali. Non che ci volesse molto, visti i precedenti, diranno i maligni. Però la partita del numero 9 rosanero è stata da incorniciare. Per quell’assist, innanzitutto.

Al 44° del primo tempo, Saraniti è “saltato in testa” al suo marcatore e pur essendo in una posizione favorevole, al centro dell’area del Teramo, ha fatto da torre per Luperini che ha trasformato il passaggio nel gioiello del 2-0. Tantissimo merito al centrocampista toscano, ma una menzione va fatta anche al centravanti palermitano, per quel gesto fisico e tecnico e per la lucidità nello scegliere la soluzione migliore. Ma Saraniti ha lottato per tutta la gara, in attacco, dove ha provato a tener palla sfidando i difensori biancorossi, e in difesa, sui tanti calci da fermo, punizioni e corner, dove ha preso tutte le palle alte, come se il pallone fosse calamitato dalla sua testa.

La vittoria di ieri sul Teramo ha messo in risalto tanti giocatori, da Luperini, appunto, a De Rose, altro gladiatore a tutto campo, da Santana, autore di un paio di giocate degne di categorie ben superiori, a Pelagotti. Ma abbiamo scelto di sottolineare la prestazione di Andrea Saraniti da Palermo. Una risorsa preziosa nella fase decisiva del torneo, sperando che lasci il segno. Magari già da Castellammare di Stabia. Del resto, lì lui sa come si fa.

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