Il bastone e la carota. La critica per il bene del Palermo è un pungolo

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In una città storicamente acritica e spesso troppo accondiscendente, se non passiva, per atavica pigrizia, capita che se si esprime una critica o si vivono le vicende rosanero con attenzione e apprensione si venga tacciati molto negativamente. In questi anni i termini ad hoc, partoriti dai difensori della proprietà, qualunque essa sia, sono stati tanti e sono noti. Guida la classifica, la catalogazione in “ nemici ra cuntintizza” seguono poi; gli attassatori, gli strisciati – ossia latenti tifosi delle big – i gufi e altro espresso con termini che qui non è il caso di riportare. Ecco perché serve il bastone e la carota.

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FARE DA SENTINELLA

La critica però, il pungolo, prendere posizione, serve sempre, anche  e soprattutto in un contesto in cui la gara è a chi incensi di più  il nuovo che avanza, di fronte al quale si erge da paladino nel costante rifiuto della minima obiezione. Invece essere “perfezionisti” cercare il pelo nell’uovo, se fatto con spirito costruttivo e non demolitivo, serve e aiuta a tenere alta l’asticella dell’impegno e della ricerca del  miglior risultato.

L’ ARRIVO DI SFORZINI

Quindi se dopo due trasferte in cui per es.  Ricciardo -sul quale esiste piena fiducia – tuttavia non rende come atteso, e si pone nelle opinioni da “bar sport” dei tifosi il problema non già di una punta di ricambio, ma di almeno un pari grado, ecco che vedere arrivare una punta navigata come Ferdinando Sforzini è il tipo di attenzione e risposta attesa da una tifoseria che ama avvolgersi alla sua squadra.  Sforzini è un arrivo intelligente ed utile alla causa rosa nero. Quindi i complimenti alla società, per averlo ingaggiato, sono d’obbigo e avanti così.