Roberto Crivello, storia di una favola dal finale incerto

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Roberto Crivello sì, Roberto Crivello no. Il picciotto di Mondello dovrebbe essere una delle cessioni eccellenti del Palermo targato 2021-2022. Ma, complice anche un’eventuale partenza di Ivan Marconi, potrebbero esserci margini per un ripensamento?

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Crivello, il picciotto di Mondello

STAGIONE SUPER CON PERGOLIZZI

Capitàno per lunga parte della stagione scorsa, Crivello è stato uno dei fiori all’occhiello del Palermo della rinascita. Pergolizzi, complice anche una rigida regola sugli under che di fatto imponeva Vaccaro a sinistra, non esitò a schierarlo a centrale di sinistra di una solidissima difesa a 4. I risultati furono strabilianti tanto che fu impossibile non soprannominarlo Cri-Wall.

IL DIFFICILE RITORNO SULLA FASCIA

C’è una legge non scritta nel calcio in base alla quale quando un laterale si sposta nel mezzo diventa poi difficile provare a tornare alla posizione originaria. Con Boscaglia Crivello è tornato a giostrare sulla fascia di sinistra con risultati davvero mediocri, mentre con l’avvento di Filippi al posto del tecnico gelese l’ex spezzino non ha praticamente più messo piede in campo.

E SE A PARTIRE FOSSE MARCONI?

La difesa a tre, però, è uno dei capisaldi, dell’allenatore di Partinico ed un difensore centrale mancino serve come il pane. Marconi in questo senso, oltre ad essersi  dimostrato altamente affidabile (sebbene colpevole di non aver steso Maniero nell’ultima gara) ha anche mostrato quel pizzico di cattiveria agonistica (anche troppo alle volte, vedi derby di ritorno contro il Catania) necessaria in un categoria ed in un girone infernale come quello che il Palermo si troverà ad affrontare. Ma radiomercato impazza ed i rumors legati ad una partenza dell’ex Monza sono abbastanza forti. E se alla fine fosse proprio Crivello il centrale di sinistra di Giacomo Filippi?

NIENTE FAVOLE. È IL CALCIO, BABY.

Nel calcio le favole senza il lieto fine andrebbero abolite per regolamento. Perché un calciatore come Crivello, che fa un salto indietro di diverse categorie (fino al dilettantismo, non dimentichiamolo!) per riabbracciare i colori della sua città meriterebbe di diventarne il simbolo. Ahinoi, però, nel calcio i sentimentalismi difficilmente trovano posto lasciando campo aperto ad elementi oggettivi come risultati e prestazioni. Aspetti sicuramente meno romantici, ma necessari per i successi sportivi di una compagine. Soprattutto se si chiama Palermo.

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