Galeoto: “A Messina trattato benissimo, ma il Palermo…”

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Sul neutro di Vibo Valentia, Acr Messina e Palermo si affronteranno sabato in un match carico di amarcord che richiama anni di massima serie. Sono tanti i calciatori che negli anni hanno vestito entrambe le casacche. Rosanerolive.it ha intervistato un “picciotto” rosanero che ha vissuto un campionato da protagonista anche fra i peloritani: Ciccio Galeoto.

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Galeoto al termine del famoso match di Coppa Italia contro il Vicenza

A Messina sono stato bene – esordisce Galeoto – ed ho giocato quasi tutte le partite. Avevo anche rinnovato il contatto ma il presidente Franza era stato chiaro. Ce lo aveva detto che non sarebbe riuscito ad iscrivere la squadra. È stato un dispiacere.

Parlando di Palermo “quest’anno si parte con i piedi per terra, ci dice l’ex numero due del Palermo. “Filippi è un allenatore umile e bravo: se i rosanero ragionano partita dopo partita possono togliersi grosse soddisfazioni. Poi, dopo venti partite si potrà iniziare a guardare la classifica. Del resto – continua Galeoto – “il mercato del Palermo è stato fatto con le possibilità che c’erano e l’allenatore conosce bene il gruppo. Bisogna arrivare a gennaio, capire quanto in alto può arrivare questa squadra ed eventualmente intervenire.

Tutti danno per avvantaggiati nel girone Avellino e Bari, ma secondo me la squadra da battere sarà il Catanzaro. Di certo” – ci confida Galeoto – il campionato non lo vinci con i nomi. Lo dico per esperienza: ci vuole fame ed un gruppo solido. A Crotone a metà campionato non c’erano più soldi ed il presidente aveva venduto i migliori. Erano rimasti solo ragazzini e dissi loro che l’unica loro salvezza sarebbe stata quella di vincere il campionato: sarebbero diventati giocatori di B ed avrebbero trovato contratti remunerativi. Siamo arrivati terzi ed in finale playoff abbiamo battuto in trasferta il Benevento. Un’impresa!

“A me la maglia del Palermo non ha mai pesato”, ci ha confidato Ciccio Galeoto. “Quando mi acquistarono dal Trapani ero l’uomo più felice del mondo: guadagnavo solo un milione e duecentomila lire ma per me era il massimo. Mai fatto storie di soldi a Palermo, per me è stato emozionante e lo porterò per sempre dentro. Il Palermo dei picciotti è stata un’esperienza unica, una squadra con pochi soldi ma tanto cuore. Chi se lo scorda il boato dopo il mio gol al Vicenza di Guidolin (ottavi di Coppa Italia 95/96, n.d.r.). Peccato che oggi i palermitani scarseggino in questa squadra…”

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