Palermo e i raccattapalle, la storia continua…

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Il derby perso contro il Catania, oltre al fatto meramente sportivo, ci ha raccontato che il Palermo spesso è sfortunato in tema di raccattapalle. Resterà, infatti, nella storia delle partite tra etnei e rosanero l’episodio che ha condotto all’espulsione di Alberto Almici e che ha visto coinvolto un ragazzo a bordocampo. Allo stesso tempo l’occasione ci ha riportato con la memoria indietro di diversi anni.

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Almici ed il raccattapalle: il rosanero lo spinge e prende il rosso diretto

Era il ventisei gennaio del duemilaotto e all’Olimpico di Roma andava di scena il match tra Roma e Palermo. Per i rosanero “nonno” Fontana fra i pali, Biava, RInaudo, Barzagli e Zaccardo la linea difensiva. Guana, Migliaccio e Caserta in mediana con Simplicio a supporto delle due punte Miccoli e Amauri. Minuto 58: calcio d’angolo per i giallorossi ed un furbissimo raccattapalle accelera le operazioni sistemando il pallone direttamente sulla lunetta del corner. Taddei batte rapidamente e Amantino Mancini deposita in rete di testa. Apriti cielo: tuona Zamparini che bolla come una furbata l’azione romanista chiedendo addirittura la vittoria a tavolino per i rosa. Nulla di fatto, ovviamente. Curiosità: quel raccattapalle era Gianluca Caprari, oggi calciatore in A con il Verona.

Nel derby appena giocato l’azione di disturbo del giovane raccattapalle etneo non ha prodotto un gol, ma ha fatto sì che le due squadre tornassero in parità numerica. Un dettaglio sicuramente di non poco conto. Ingenuo Almici (vittima di una comprensibile trance agonistica), esagerato il direttore di gara (che con un’ammonizione avrebbe salvato capra e cavoli) e – anche stavolta – furbo il ragazzino che sta dietro le quinte, anzi dietro i cartelloni. Chissà che anch’egli in futuro non riesca a strappare un contratto ai rossazzurri e magari, un giorno, giocare un derby contro il Palermo. Perdendolo, però. Sarebbe il giusto contrappasso.

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