Palermo, ecco un terno secco sulla ruota di Bari

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La sconfitta subìta a Latina e la contemporanea vittoria del Bari sul Potenza lascia ai tifosi del Palermo un terno secco: undici, trentatrè e quarantaquattro. Undici, come i punti che dopo venti gare separano i rosanero dai “galletti”, trentatrè come i punti conquistati finora dalla squadra di Filippi e quarantaquattro come i punti in classifica dei biancorossi dopo la vittoria prenatalizia.

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Proprio la vittoria che la squadra di Mignani ha ottenuto contro il Potenza è l’emblema della differenza mentale tra il Bari ed il Palermo. Una vittoria ottenuta in dieci contro undici, siglando entrambe le reti dopo aver subìto l’espulsione di Scavone. A riprova del fatto che i mezzi tecnici forniti da madre natura vanno corroborati da un atteggiamento caratteriale di diverso spessore.

Del resto avevamo avuto già modo di toccare con mano questo enorme divario. Anche contro il Palermo il Bari non aveva patito minimamente l’inferiorità numerica. Si collocano in questo contesto le parole del biancorosso D’Errico al termine della prima frazione contro i rosanero: “Non c’è problema, anche in dieci vinceremo la partita. Ci sarà da correre di più, ma anche in dieci possiamo battere chiunque”. Messaggio forte e chiaro, non c’è che dire.

Al Palermo è proprio questo che è mancato finora: il coraggio, la determinazione, la mentalità vincente. Elementi che, se ben miscelati, potrebbero anche riuscire a nascondere alcuni limiti tecnici. Peccato, però, che – come il famoso “amalgama” del presidente rossazzurro Massimino – non si possano acquisire in sede di calciomercato. Spetterà all’allenatore toccare le corde giuste dei suoi uomini, gli stessi uomini che – probabilmente – ha sopravvalutato in fase di costruzione della rosa.

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