Contro l’Andria due passi indietro, uno in classifica l’altro nel gioco

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Certe occasioni capitano una sola volta. Quella di ieri per il Palermo avrebbe consentito di tenersi agganciati al treno per il secondo posto. I rosa hanno pensato bene di non sfruttarla. Il pareggio contro la Fidelis Andria ha tutto il sapore di una sconfitta specie se rapportato ai risultati esterni di Catanzaro ed Avellino.

Trovare la ragione della mancata vittoria di ieri è un esercizio fin troppo facile. Solo qualche giorno fa gli uomini di Baldini avevano dimostrato ad Avellino di potere competere per quella posizione in classifica che avrebbe consentito un cammino più agevole nella tortuosa strada dei playoff. Una vittoria, quella ottenuta al Partenio, frutto di una gara giocata con intelligenza tattica e una buona dose di cinismo, merito delle scelte di Baldini e della ottima applicazione dei ragazzi. Ieri è stata tutta un’altra storia.

Probabilmente il pur navigato tecnico toscano ha sottovalutato la caratura degli avversari applicando un turnover che fin dalla lettura della formazione aveva lasciato sbigottito più di un osservatore. Solo cinque reduci dallo schieramento iniziale di Avellino erano stati infatti confermati e, addirittura, l’intero pacchetto arretrato era stato cambiato. Il gol del vantaggio pugliese ha evidenziato, semmai ce ne fosse bisogno, che la retroguardia rosanero non è sicuramente tra le più affidabili del torneo e che la continua sostituzione di uomini non è il rimedio migliore per provare a trovare la chiave per chiudere il lucchetto della porta di Massolo.

Abbiamo con un certo sconcerto osservato una allarmante involuzione tattica. Rivedere i lanci lunghi dalla propria trequarti ci ha fatto assistere ad un film degli orrori di “filippiana” memoria segno evidente che questa squadra ha assoluto bisogno di equilibrio e di continuità negli uomini di centrocampo. Il gioco del Palermo per caratteristiche dei suoi interpreti non può prescindere dal fraseggio e dall’utilizzo costante delle fasce laterali, d’altra parte se non hai gente come Corini o Liverani, tanto per citarne due a caso non è pensabile di potere risolvere le partite scavalcando il centrocampo.

Può infine capitare, e fa parte del gioco, il mancato sfruttamento di talune occasioni servite su piatti d’argento. Non vogliamo infatti gettare la croce su Floriano per il rigore sbagliato. È chiaro a questo punto che per continuare a sperare di potere conquistare un posto al sole sia necessario smetterla con gli esperimenti. Faccia Baldini delle scelte definitive sull’undici titolare e pazienza se qualche giocatore dovrà accomodarsi in panchina col muso lungo.

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