Sarcì (Golden Team Academy): “I giovani? Vi dico tutto. Io e il Palermo…”

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Nell’attuale Italia calcistica la mancanza di talento è evidente ed il mancato approdo degli azzurri alla fase finale della Coppa del Mondo (con la sconfitta patìta al “Barbera” contro la Macedonia del Nord), è solo la punta di un iceberg duro da sciogliersi. RosaNero Live ne ha parlato in esclusiva con Massimo Sarcì, responsabile della Golden Team Academy, società che fin dai primi anni duemila si occupa di formazione, scouting e metodologia.

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TANTE RIFORME INUTILI, FINORA

Non è solo un problema di campo, è tutto il sistema che andrebbe riformato – ci ha confidato Sarcì -. Avendo lavorato per molti anni in Belgio, soprattutto all’Anderlecht dove io ed il mio staff abbiamo perfezionato l’omonimo metodo, si percepiscono tante storture del sistema Italia rispetto a tante altre nazioni. Nel nostro paese si fanno le riforme sul minutaggio o sui fuori quota per valorizzare i giovani, all’estero i ragazzi giocano a prescindere. In Italia si mandano tanti giovani in categorie inferiori nelle quali tanti si perdono e tanti altri tornano avendo accumulato esperienze di basso livello.

IL VIVAIO È UN INVESTIMENTO, NON UN COSTO

Si sente dire spesso – ha continuato Massimo Sarcì – che prendere un giocatore dall’estero costi meno che formarlo nel vivaio, ma è semplicemente un modo per nascondere il fatto che le società sono in mano ai procuratori. Il vivaio non è un costo, è un investimento: fin quando non si capirà questo l’Italia calcistica non potrà risollevarsi. E poi, ripeto, è il sistema che va rimodulato. La mia esperienza mi costringe a portare il Belgio come termine di paragone. Lì, prendere un calciatore straniero è estremamente penalizzante dal punto di fiscale: ovvio che le società puntino sul prodotto nazionale.

TUTTA COLPA DEI RAGAZZI?

“L’allenatore dell’Under 21 italiana, Nicolato, ha sottolineato come anche in B, ormai, giochino pochi giovani italiani e i vertici federali si lamentano per i troppi stranieri nelle squadre primavera. Ma poniamoci una domanda: i giovani calciatori italiani non arrivano alla primavera solo perchè conviene prendere lo straniero di turno o perchè la scuola di formazione italiana non modella in maniera idonea i ragazzi? L’unico rimedio, come già fatto da Francia e Spagna, è ricominciare dai più piccoli, dalle figure professionali che li devono preparare, ma soprattutto separare la figura dell’allenatore da quella dell’istruttore. Occorrono figure professionali ma che siano anche professionisti: non si può delegare il compito di far crescere i ragazzi con allenatori che magari lo fanno per hobby, come dopolavoro, senza mai viaggiare, senza mai aggiornarsi. Bisogna rifondare l’attività di base, se fra 5 o 6 anni le nazionali giovanili metteranno in mostra qualche talento significa che ci avremo azzeccato.

CON IL PALERMO UN RAPPORTO MAI SBOCCIATO

Pur essendo palermitano e tifoso del Palermo, Massimo Sarcì non ha mai lavorato per la compagine rosanero. “Personalmente sono stato vicino al Palermo di Zamparini. C’era un discorso aperto qualche anno fa con Dario Baccin, ma poi è iniziata la fase calante rosanero e rimane un’occasione mancata, un vero rammarico. Ma la vita è lunga… Paradossalmente, invece, la mia attività professionale è legata anche ad un episodio nel quale, con l’Anderlecht, sono stato avversario proprio del Palermo. Era una semifinale del torneo di Viareggio (vinta dai biancomalva ai rigori; fra i rosanero di Giovanni Bosi giocava un certo Andrea Accardi, n.d.a.) e da palermitano era bello vedere 10 la squadra rosanero composta quasi intergralmente da ragazzi siciliani. Era un orgoglio e significava che la società era arrivata ai vertici di un torneo importantissimo con i propri mezzi.” 

PALERMO, IN C SERVE IL CARATTERE

Parlando, invece, di attualità e del Palermo dei “grandi”, questa l’opinione del responsabile della Golden Team Academy. “Il Palermo tecnicamente ha le qualità per dire la sua ai playoff. Spesso in campionato gli è mancata la personalità nei momenti topici e questo in serie C lo paghi a caro prezzo. Ecco, non mi preoccupa la parte tecnica, ma il lato mentale. In C ci vuole il carattere, dalla prima all’ultima giornata, e nei playoff la cosa è ancora più marcata. Bisogna restare concentrati su ogni singolo episodio. Baldini ha finora fatto un ottimo lavoro, solo complimenti per lui.”

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