Il Palermo rispetta i pronostici e – davanti ad un’arcigna Feralpisalò – mette un altro mattoncino della meravigliosa opera architettonica realizzata da Maestro Baldini. Un’opera in cui la sinuosità delle forme e bla, bla, bla, bla, bla… quante chiacchiere. Il Palermo è in finale: chiamatelo sogno, chiamatelo miracolo, chiamatela impresa. Chiamatela come volete, ma restano centottanta minuti (salvo supplementari) per mettere la ciliegina sulla torta. E chiamala ciliegina…
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IL PRIMO TEMPO
I lombardi partono forte ed il Palermo – nonostante i tre di vantaggio ottenuti all’andata – capisce che non è cosa di stare a babbiàre. Dopo qualche tentativo della Feralpisalò, infatti, la squadra di Baldini si riprende disturbando il portiere ospite con intensità. Ci provano Luperini, Damiani, Brunori, Valente, addirittura De Rose con una corsa palla al piede di 680 metri… ma niente. Proprio dal fallo subìto dal capitano nel corso della sua galoppata, Brunori si ri-traveste da incubo per la Feralpisalò: tre occasioni in un minuto con bersaglio centrato alla terza, su assist di Luperini. Fischio di Feliciani, tutti al riposo: i rosa possono iniziare a studiare il padovano.
IL SECONDO TEMPO
Il secondo tempo, ovviamente, è poco più di una formalità. La Ferslpisalò dovrebbe segnare quattro reti e – grosso modo – è come immaginare un autobus puntuale dalla periferia al centro di Palermo. Baldini decide di mettersi il classico “ferro dietro la porta”, facendo uscire i diffidati eccellenti e solo per un problema regolamentare non cambia tutti i titolarissimi facendo entrare anche Pasquale il magazziniere, i ghiacciolari della nord e gli stewart della tribuna. Il Palermo potrebbe pure raddoppiare ma prima Soleri si divora un gol grande quanto Castel Utveggio e, poi, nientepopodimeno che Somma colpisce una traversa con un gran botta. Episodio VAR all’andata (il rigore per i lombardi), episodio VAR al ritorno: al 90°, infatti, viene annullato il pari della Feralpisalò. Fischio finale: è tempo di far festa.
LE PAGELLE
Massolo 6. Serata “sfarfallante” sulle uscite e con qualche ribattuta sui generis. Quando annullano il gol alla Feralpisalò esulta come se avesse vinto Scudetto, Champions League, Pallone d’Oro, Festival di Sanremo e Chi vuol esser milionario.
Buttaro 7. Un Cassani con un piglio meno da lord ottocentesco e più da scanazzato. Partita iper maiuscola.
Dal 70º Somma 6,5. Dirottato a destra, abbina corsa e qualità. Sul finire di gara si traveste da Cafu e cafu…dda una bomba che prende la traversa. Redivivo.
Perrotta 7. Fisicamente paga la lunga inattività, ma gioca una partita attenta e sempre sul pezzo.
Marconi 7. “ZTL” ancora attiva: nessuno è autorizzato a passare.
Crivello 6. Dalla sua parte arrivano i pericoli maggiori: un po’ arrunzuni, ma in sostanza non fa danni.
Dal 75º Giron s.v.
De Rose 7. Sta impazzendo per mettere il suo timbro in questa stagione. Si trasforma in George Weah in un coast-to-coast da applausi nel primo tempo.
Damiani 6,5. Ha finalmente ritrovato senso della posizione e geometrie.
Dal 55º Odjer 6. Buon supporto muscolare con la gara in discesa.
Valente 6. Non è straripante come al solito, ma in risalita rispetto alle ultime uscite.
Dal 46º Silipo 6,5. Non giocava un tempo intero dai tempi della Rivoluzione francese. Si disimpegna bene. Un ottimo jolly in vista della finale.
Luperini 7,5. Ruba più palloni lui che gioielli Lupin III. Corre e morde gli avversari dal primo al novantesimo: Luperinghio!
Soleri 6,5. Se l’abbiamo ribattezzato “Entraessegna” un motivo ci sarà. La maledizione del primo minuto lo colpisce ancora, ma è solo una casualità. Lotta e s’impegna senza mai mollare. Un assoluto valuto aggiunto per questa squadra.
Brunori 8. Il problema è che non fa più notizia. Letale come un cobra fa reparto da solo inventandosi giocate anche dove c’è solo un pallone sporco. Meno male che non segna su rovesciata perché sarebbe crollato lo stadio ed il Palermo avrebbe dovuto emigrare al Pian del lago di Caltanissetta o all’Esseneto di Agrigento per la finale.
Dal 56º Fella 6. Si mette al servizio della squadra da buon soldatino. Anche lui, un calciatore ritrovato. Meglio tardi che mai.
Baldini 7. Ci crede, ci ha sempre creduto e ha inculcato la sua mentalità alla squadra. Maestro di calcio e di vita: inglesi o non inglesi, merita di aprire un ciclo con questi colori.
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