Manco fosse il partecipante a “I soliti ignoti”, il Palermo è ancora alla ricerca dell’identità giusta. Il Frosinone di certo non è il parente misterioso e con un golletto di Moro mette in cassaforte tre punti di platino. I rosanero dal canto loro ci tengono a non illudere i loro tifosi e perdono la terza partita stagionale sulle sei giocate. Perché ricordatevelo: “è un anno di transizione”, un ritornello che accompagnerà spesso questa squadra, soprattutto quando perde.
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IL PRIMO TEMPO
Il primo tempo inizia con un’occasione rosanero. Palla scippata a metà campo e verticale per Brunori che, però, non riesce a superare il portiere di casa. Il nove rosanero non segna e non lascia segnare: suo, infatti, il recupero sulla linea di porta di un colpo di testa di Lucioni su corner. Contropiede divorato da Elia al 14° e poi partita equilibrata. Più Frosinone che Palermo, ma per un’incollatura. Quando tutto sembrava volgere verso un comodo zero a zero i rosa vanno sotto. Palla lunga per Caso, Marconi e Nedelcearu si lasciano ingolosire dal pallone ed il passaggio in mezzo per Moro diventa letale: deviazione di Buttaro e Pigliacelli battuto. Fischio finale, si va al riposo.
IL SECONDO TEMPO
Resta deluso chi si aspettava un Palermo arrembante ad inizio ripresa. È del Frosinone, infatti, l’impatto migliore sul match con Garritano che mette a ferro e fuoco la difesa rosanero. Il Palermo si affaccia dalle parti di Turati solo al 55°, ma Di Mariano non riesce a ribadire in rete. Il Frosinone forza e ci prova ancora con Garritano, Moro e Caso (che colpisce un palo). Le ultime occasioni del match sono rosanero con Di Marian che, su invito di Floriano, dimostra di avere un feeling con la porta avversaria pari a quello tra Enrico Letta e Giorgia Meloni, e con Segre che si divora un gol di testa a tre minuti dalla fine. Unico spunto divertente della partita quando i tifosi del Palermo hanno lanciato in campo dei palloncini per ricordare quella serataccia del 2018. Peccato che, anche stavolta, non ci sia niente da ridere.
LE PAGELLE DEL PALERMO
Pigliacelli 6. Non deve compiere miracoli ed è incolpevole sul gol. A fine match passa a giocare da centromediano metodista.
Buttaro 6,5. Dal suo lato ha un cliente rognoso come Caso e non è un caso che la partita del romano sia caparbia, coriacea, concreta. Prova pure a sganciarsi in avanti inventando rovesciate e colpi di tacco. Solo il C.T. dell’under 21 non se ne accorge…
Nedelcearu 5. In occasione del gol ciociaro si fa attirare dal pallone e lascia Moro libero di segnare.
Marconi 5. Chef della frittata che porta al gol del Frosinone: si fa uccellare da un pallone lungo.
Dal 46° Bettella 6. Presidia diligentemente la difesa nella ripresa.
Mateju 5. Garritano è un buon giocatore, ma il ceco lo fa sembrare una specie di Garrincha in versione ciociara.
Dal 54° Sala 5,5. Entrato per dare un po’ di verve alla fase offensiva, nessun cross da segnalare.
Segre 5. Gira a vuoto per tutto il primo tempo e si divora un gol grande quanto l’Oceania nel secondo. Meglio quando il centrocampo passa a due, ma niente da tramandare ai posteri.
Stulac 5. È vero che è marcato a uomo, ma gioca due-palloni-due in mezz’ora e sembra avere i balatoni nei pantaloncini.
Dal 70° Damiani 6. Tiene la posizione e prova ad imbastire nelle fasi finali del match.
Saric 5,5. Il più dinamico (o il meno statico) del centrocampo a “S”. Prova ad inserirsi e rendersi pericoloso.
Dal 70° Soleri s.v.
Elia 5. Tanto fumo e poco arrosto. Non sfrutta la sua velocità, non salta mai l’uomo e nel primo tempo perde l’occasione di un ottimo contropiede tre contro due.
Dal 70° Floriano 6. Grinta e tecnica al servizio della squadra. Venti minuti positivi.
Di Mariano 5. Cinquanta minuti per vedere il primo cross del match ed ennesima ciabattata davanti alla porta. Non è mai decisivo come dovrebbe.
Brunori 6. È più isolato di Favignana quando c’è mare forza 8 e nonostante tutto mette in ambasce la difesa del Frosinone.
Corini 5. Alla ricerca dell’amalgama, manco fosse Massimino, da questa partita deve prendere nota che la manovra del Palermo è lenta come un treno regionale, l’attacco sterile come una camera iperbarica e la difesa è sempre sul filo del rasoio. Per il resto, tutto a posto.
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