“Sono state giornate intense, di grande lavoro tattico che è servito per conoscerci meglio e capire le idee di gioco”. Queste le parole rilasciate a “Repubblica” dall’esterno offensivo rosanero, Salvatore Elia, sul ritiro di Manchester appena terminato. “Siamo arrivati qui con l’amaro in bocca dopo la sconfitta di Frosinone, e con la consapevolezza di avere perso dei punti per strada in trasferta, ma anche di potercela giocare con tutti. Questi giorni sono serviti per unire ancora di più un gruppo e crescere”.
Quella di Manchester è un’avventura che Elia ha raccontato anche al papà Firmino, anche lui in rosanero tra il 1999 e il 2001: “Era venuto a vedermi a Frosinone, poi ci siamo sentiti per telefono e gli ho detto tutto quello che abbiamo fatto e che qui si fa davvero sul serio. E lui è rimasto molto colpito”.
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“Ci porteremo il ricordo di questa esperienza per tutta la vita – ha proseguito il 77 del Palermo –. Allenarsi in campi del genere è un’esperienza indimenticabile. Quando corri in questi campi hai la pelle d’oca, abbiamo visto macchinari e palestre che mai nella vita avevamo solo immaginato. Siamo tutti felici, ognuno di noi ha raccontato all’altro la sua sensazione quando ha visto qualcosa di nuovo”.
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