Il viso di Antonio e le regole che dimenticano l’umanità

Il mancato omaggio ad un tifoso che non c’è piú tra rispetto ferreo delle regole e corretta applicazione

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Inutile girarci attorno, a volte certe decisioni pur se supportate dal diritto e dalla ragione che promana regole e leggi, lasciano comunque l’amaro in bocca.

BUONSENSO

Nessuno è anti Stato, anti regole, anti legalità, anti forze dell’ordine di qualsiasi ordine e grado. Il rispetto delle leggi e delle regole è e deve restare un principio dominante da comprendere e ossequiare. Peró in taluni casi essendo le regole norme attive al regolamento sociale, create dagli uomini, come tali nell’applicazione possono essere perfettibili. O prevedere eccezioni dettate dal buon senso e quel comune senso di umanitá capace di interpretare il momento e andare oltre la “ fredda regola scritta”. Si dovrebbe esser capaci in certi casi di andare oltre i paletti della rigida applicazione di un atto, mostrando corretta interpretazione, gestione e maggiore elasticità.

IL FATTO

Alle 24.00 di ieri 08/12/2019 parrebbe fosse a termine la diffida, il daspo, per Antonio Purpura, un giovane tifoso rosanero appartenente alla CNI ( curva nord inferiore). Il problema è che Antonio, un ragazzo con il sorriso sempre su quel viso un po’ emaciato, con gli occhi da buono ed un grande amore per il Palermo e Vasco Rossi, da giugno scorso non c’è piú. A soli 38 anni e in modo del tutto inaspettato Antonio è mancato all’affetto dei suoi familiari e di tutti i suoi amici della curva. Le regole sono regole, qualcuno dirà. Ma ieri in quella sua curva i suoi amici ne volevano solo celebrare un simbolico e commosso ritorno sugli spalti del Barbera. Per l’occasione anche la madre del ragazzo era presente e desiderosa di entrare in curva, e per la prima volta nella sua vita avrebbe messo piede all’interno dell’impianto di viale del Fante.

UN SIMBOLICO RITORNO

L’obiettivo dunque era entrare allo stadio con la madre del giovane ed introdurre un bandierone celebrativo che ritraeva il suo volto stilizzato. Dedicargli qualche coro ed un pensiero d’affetto condiviso da tutta la curva, inferiore e superiore. E coinvolgere per qualche attimo tutto lo stadio in un saluto. Perché ieri? Perché a prescindere dall’orario esatto di “fine pena” che sentenze, regole e carte bollate impongono, seppur ignare della realtà sopravvenuta, era palese che ci fossero tutti i tragici elementi per concedere un’eccezione.

Antonio Purpura

ECCESSO DI ZELO

Domenica, da mezzanotte in poi Antonio avrebbe riacquisito il pieno diritto di poter rivedere gli spalti. Il destino glielo ha impedito ben oltre i limiti della sanzione cui era soggetto. La diffida giusta o sbagliata che fosse stata a suo tempo, non è qui oggetto di discussione. Non conosciamo la storia del provvedimento e quindi non lo giudichiamo. Ma Antonio non c’è piú e con lui si è anche estinto il reato. E allora, probabilmente, col massimo rispetto verso la legge e le istituzioni, si potevano usare minore zelo e maggiore elasticità.