Riemergono antiche paure. Ma stavolta è vietato sbagliare

La sconfitta contro l'Acireale genera le stesse paure di altri campionati recenti o passati, quando i rosanero si sono bloccati nei loro exploit

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Quando finiscono le partite come questo Palermo-Acireale, riaffiorano quelle paure che i tifosi rosanero hanno imparato a conoscere nel passato, purtroppo. Come quando nel 2006 dopo l’incidente di Amauri in un Siena-Palermo, la marcia dei rosanero verso la Champions ebbe una brusca, irreversibile inversione. O come in recenti campionati di serie B, quando a gironi d’andata trionfali, condotti alla garibaldina, si sono succeduti gironi di ritorno drammatici. Certo, l’ottimismo deve vincere, ma non è possibile liberarsi di queste storie vissute, cancellarle e buttarle nel cestino dei rifiuti. Sono sempre lì, silenti, e riemergono prepotenti.

Una fuga interrotta…

CI SONO ANCORA DICIANNOVE PARTITE

Anche perché ci sono ancora tante partite da giocare. Diciannove, ci aspettano e cominciamo a guardarle con timore. L’allarme era già suonato dopo gli insuccessi contro contro il Savoia e la Palmese, Ma i sei punti con il Messina e il Giugliano erano riusciti a scacciare i fantasmi. Ieri questa seconda sconfitta al Barbera contro la seconda delle due squadre più accreditate come antagoniste per la vittoria finale, ha destato più di qualche preoccupazione.

C’È LA SENSAZIONE CHE LA FUGA SIA FINITA

Constatare che in cinque partite il vantaggio del Savoia è passato da 13 a 5 punti non è assolutamente rassicurante. E induce a pensare che da adesso tutte le altre squadre non considereranno il Palermo come una squadra aliena che ammazza il campionato, ma come una presa raggiungibile. E invece che smobilitare, cercheranno rinforzi per eliminare qualsiasi gap tecnico che in teoria li divide dalla squadra di Pergolizzi, e quindi essere liberi da paure reverenziali.

OCCORRE APRIRE I CORDONI DELLA BORSA

Il Palermo quest’anno sta disputando il campionato di serie D perché è stato ineluttabile. Perché ha rappresentato l’unica porticina concessa dal “potere calcistico” per dare la possibilità ai rosanero di rientrare nel calcio che conta. E per questo è stato accettato. Disputarne un altro per colpe o demeriti della squadra e/o atteggiamenti sparagnini della dirigenza non sarebbe accettabile, e provocherebbe traumi inenarrabili. Il trio Mirri-Sagramola-Castagnetti, ognuno per la sua parte, deve muoversi con la velocità della luce, e non sbagliare nessuna mossa. La rosa del Palermo, per un verso o per un altro, si assottiglia di settimana in settimana, e la fortuna che a volte è stata presente in campo da dodicesimo uomo, può voltare le spalle e guardare altrove.

E PERGOLIZZI…

Ma occorre che anche Pergolizzi ricominci a pensare semplice, e cercare sempre la migliore formazione possibile, senza ragionamenti bizantini che possano alimentare paure. Lasciare seduti in panchina Ricciardo, Kraja e Crivello è una decisione che merita più di una spiegazione. E desta qualche perplessità la sua affermazione in sala stampa, nel dopo partita. «Rifarei tutto quello che ho fatto».Questo non è molto rassicurante. Perché a volte ammettere le proprie colpe rappresenta l’inizio di un buon viatico.