Lega A: il quadro delle scimmie contro il razzismo è un autogol clamoroso

UNA SCELTA DISCUTIBILE CHE HA AIZZATO NUMEROSE POLEMICHE

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Una campagna di sensibilizzazione davvero particolare. La Lega A di calcio ha tentato di sensibilizzare la lotta contro il razzismo esponendo un quadro di Simone Fugazzotto che raffigura tre scimmie con le facce colorate. Una scelta alquanto discutibile, se prendiamo in esame la tematica che si dovrebbe demonizzare: i calciatori di colore che giocano nel nostro calcio (dalla Serie A alla Serie D) vengono spesso paragonati a scimmie e l’insulto, purtroppo, si arricchisce del tipico gesto dei primati con tanto di “Buuu” razzisti.

Lega A

ASSENZA DI MEMORIA STORICA PER LA LEGA A?

Bastava, onestamente, un po’ di buonsenso prima di esporre il quadro che, ovviamente, non è andato giù a moltissime persone. Società, procuratori e tifosi si sono scagliati contro l’opera d’arte sottolineando come questo quadro possa generare l’effetto contrario: incentivare il razzismo. La memoria storica, soprattutto nel nostro Paese, non è materia che si spolvera quotidianamente e questa amara consapevolezza potrebbe spiegare l’autogol della Lega A.

Vi ricordate di Carlo Tavecchio, ex presidente della FIGC? Il suo mandato, durato nel triennio che va dal 2014 al 2017, viene amaramente ricordato per due fatti: la debacle italiana nelle qualificazione al Mondiale di Russia e l’infelice uscita su “Opti Poba è venuta qua, prima mangiava le banane ed adesso gioca titolare nella Lazio!“.

Dopo quel polverone, davvero era necessario mettere tre scimmie per sensibilizzare la lotta al razzismo? Ovviamente no. Sia chiaro: la Lega A aveva certamente le migliori intenzioni del mondo. Ne siamo certi al cento per cento. Magari, la prossima volta, ci piacerebbe constatare un’attenzione maggiore. Per non offendere la sensibilità di nessuno e per evitare che autogol del genere incentivino ancor di più questo bruttissimo fenomeno. Strumentalizzare è molto facile, alla fine.

LE RISPOSTE DI ROMA, MILAN E DELL’AGENTE DI LUKAKU

Il quadro delle scimmie contro il razzismo, come dicevamo qualche riga più su, non è piaciuto a moltissime persone. Roma e Milan, due società impegnate in prima linea nella lotta contro questo fenomeno, hanno affidato la risposta a Twitter. I tweet condannano l’infelice scelta della Lega A.

Tweet A.S. Roma: “L’As Roma è molto sorpresa nel vedere oggi sui social delle scimmie dipinte su dei quadri in quella che sembra essere una campagna contro il razzismo della Serie A. Siamo consapevoli che la Lega voglia combattere il razzismo, ma non crediamo che questo sia il modo giusto per farlo“.

Rincara la dose il Milan: “L’arte può essere forte ma siamo in totale disaccordo nell’utilizzare l’immagine delle scimmie come icona per la lotta al razzismo e siamo sorpresi della totale carenza di condivisione”.

Michael Yormark, responsabile della Roc Nation Agency ovvero l’agenzia che cura gli interessi di Romelu Lukaku, ci è andato giù pesante: “E’una vergogna. Ogni volta che la Lega Serie A apre la bocca peggiora la situazione. Ogni volta che la Serie A se ne esce con qualcosa che riguarda il razzismo e la loro strategia per combatterlo, peggiora la situazione. Quelle immagini sono insensibili, imbarazzanti non solo per la lega ma per i club in tutta Italia. Non riesco a comprendere. E’ solo un’ulteriore indicazione della loro incapacità di capire il problema. Non hanno la minima idea di cosa fare in relazione al tema del razzismo nel calcio. E’ tempo che chiedano consiglio alle organizzazioni per capire questo problema“.

LO STUPORE DELL’ARTISTA

Simone Fugazzotto, autore del quadro della discordia, non ci sta. Ecco le parole dell’artista affidate a Instagram: “Dipingo solo scimmie, come metafore dell’essere umano. La teoria evolutiva dice questo. Da qui parte tutto. La scimmia come scintilla per insegnare a tutti che non c’è differenza. Perché non smettere di censurare la parola scimmia nel calcio, ma rigirare il concetto e affermare invece che alla fine siamo tutti scimmie? Perché se siamo essere umani, scimmie, anime reincarnate, energia o alieni chissenefrega, l’importante è sentire un concetto di eguaglianza e fratellanza“.

Un vero e proprio polverone che, con un po’ di memoria storica e di buonsenso, poteva tranquillamente essere evitato. Forse, si è persa l’ennesima occasione per dare un segnale forte nella lotta contro il razzismo